Elogio dei Piedi

Uno spunto di riflessione, a cavallo tra scienza e letteratura, su una parte del nostro corpo che troppo spesso diamo per scontata.

I nostri piedi, così bistrattati, così dimenticati.
Addirittura spesso si ironizza su chi pensa senza rigore o serietà usando l’espressione ragionare con i piedi.
Forse, invece, i nostri piedi meritano un momento di riflessione dedicato solo a loro.

Un Capolavoro di Ingegneria


Queste nostre estremità sono davvero necessarie, sono una vera “opera d’arte, un capolavoro di ingegneria”, per citare Leonardo Da Vinci. Pensate: il piede umano è una struttura estremamente complessa che contiene oltre 7200 terminazioni nervose, 26 ossa e 150 legamenti. Un apparato perfetto, in grado di sostenere il peso del nostro corpo su una superficie così ridotta, e per di più in movimento. Pensate cosa avviene durante la corsa: come Daniele Vecchioni, Master Running Coach e fondatore di Correre Naturale, ci racconta nell’articolo “Correre è Tecnica”, durante la corsa il nostro piede si ritrova a “dover supportare un peso pari a due volte il nostro peso corporeo (2x) in un tempo di appoggio di 150 millisecondi”.
Decine, centinaia, migliaia di volte. Restituendoci energia elastica, come una potente molla.

Il Frutto dell'Evoluzione


Il nostro piede è uno dei principali frutti di due milioni di anni di evoluzione e adattamento alla corsa di lunga durata. A partire dall’homo erectus, l’umanità si è alzata e ha cominciato a scrutare l’orizzonte, a dominarlo e comprenderlo; e questo soprattutto grazie ai nostri piedi, così modesti e così preziosi.
Ogni loro struttura e caratteristica è pensata per consentirci di muoverci, di camminare e correre nel modo più efficiente possibile, dalla particolare forma delle nostre dita, fino al flessibile e possente arco plantare, come potete leggere in “Siamo davvero ‘Nati per Correre’?”.


Elogio dei Piedi


Eppure riusciamo a comprendere la loro importanza solo quando problemi legati ad essi ci paralizzano e ci bloccano nella fissità. Come dice un proverbio arabo: “Cosa c’è di più ovvio dell’aria? Eppure guai a non respirarla!”.

Per ridare loro la giusta dignità, vi lascio con le splendide parole di uno degli scrittori italiani più acclamati degli ultimi vent’anni: Erri De Luca. Una personalità unica, camminatore e alpinista, studioso autodidatta di lingue antiche, poeta e giornalista. Con questi versi attraverso i piedi De Luca racconta la vita tutta, nel suo insieme, senza fare dei piedi solo un pretesto; i protagonisti restano loro dal primo all’ultimo verso. Ne deriva un testo essenziale e allo stesso tempo assoluto che alla fine ci induce a guardare con giusta gratitudine ed affetto a questa parte del nostro corpo.

Elogio dei Piedi


Perché sono lontani dalla testa.
Perché conoscono il suolo, le spine, i serpenti, l’aspro e lo sdrucciolo.
Perché sono tutto l’equilibrio.
Perché sono la superficie che spetta quando si sta in una folla e si sopporta un gomito altrui in una costola, un braccio sotto al naso, una cartella nell’addome, ma non si permette a nessuno di calpestarceli.
Perché sono il minimo e inviolabile confine.
Perché reggono l’intero peso.
Perché sanno tenersi su appoggi e appigli minimi.
Perché sanno correre sugli scogli e neanche i cavalli lo sanno fare.
Perché portano via.
Perché sono la parte più prigioniera di un corpo incarcerato.
E chi esce dopo molti anni deve imparare di nuovo a camminare in linea retta.
Perché sanno saltare, e non è colpa loro se più in alto nello scheletro non ci sono ali.
Perché scalzi sono belli.

Perché sanno piantarsi nel mezzo delle strade come muli e fare una siepe davanti al cancello di una fabbrica.
Perché sanno giocare con la palla e sanno nuotare.
Perché per qualche popolo pratico erano unità di misura.
Perché quelli di donna facevano friggere i versi di Puskin.
Perché gli antichi li amavano e per prima cura di ospitalità li lavavano al viandante.
Perché sanno pregare dondolandosi davanti a un muro o ripiegati indietro da un inginocchiatoio.
Perché mai capirò come fanno a correre contando su un appoggio solo.
Perché sono allegri e sanno ballare il meraviglioso tango, il croccante tip tap, la ruffiana tarantella.

Perché non sanno accusare e non impugnano armi.
Perché sono stati crocefissi.
Perché anche quando si vorrebbe assestarli nel sedere a qualcuno, viene scrupolo che il bersaglio non meriti l’appoggio.
Perché come le capre amano il sale.
Perché non hanno fretta di nascere, però poi quando arriva il punto di morire scalciano in nome del corpo contro la morte.

Erri de Luca

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Informazioni sull'autore

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Paola Dalla Vecchia

Business & Digital strategist e Co-Fondatrice di Correre Naturale, ha rivoluzionato la sua vita grazie alla corsa. Dopo una vita passata da “accanita sedentaria”, ha scoperto il potere che la corsa e il movimento hanno sul benessere sia fisico che mentale. Ora desidera diffondere la cultura del running e del movimento naturale a quante più persone possibili, con l’obiettivo di portare nelle loro vite la stessa meravigliosa rivoluzione che ha provato in prima persona.

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